Agricoltura, intitolati al fondatore del 'Maf' Guido Scaramagli il parco e la sala a San Bartolomeo

Inaugurata anche la mostra-donazione di Otello Ceccato dedicata alla lavorazione della canapa

Data:

09/10/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

“È proprio di ogni grande comunità prendersi cura dei propri padri. E Guido Scaramagli è stato uno dei grandi padri di Ferrara e di San Bartolomeo. Lo ricordiamo come imprenditore, studioso e fondatore del Maf ma anche come scrittore, memorialista e poeta dialettale, che ha tutelato e promosso la nostra lingua, cogliendone il valore e la preziosità.  L'affetto e la sensibilità di San Bartolomeo oggi e sempre lo ricordano. Questa attenzione ai padri, alla storia, alle radici è un baluardo stabile e sicuro in un mondo carico di incertezze".

 

Così l’assessore Marco Gulinelli ricordando - oggi all’intitolazione del parco pubblico di via Cervella, a San Bartolomeo in Bosco - Guido Scaramagli (1921-2010), imprenditore agricolo e studioso del mondo rurale, che fu tra i fondatori del Centro di documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese (Maf) con Renato Sitti e Carla Ticchioni.

 

A Scaramagli - la cui famiglia è stata tra i primi frutticoltori del ferrarese - è stata dedicata anche la sala espositiva del Maf con un contributo del professor Gualtiero Baraldi, dell’Accademia Nazionale di Agricoltura (“Guido Scaramagli era una persona geniale, agricoltore, frutticoltore innovativo la cui opera ci dà uno specchio di come eravamo e per trovare aspetti costruttivi per il futuro”).

 

“Questa giornata ci regala una soddisfazione enorme e mi dà la forza di continuare con l’attività del Maf per valorizzare sempre più le tradizioni e l’origine del mondo rurale ferrarese” ha detto il figlio Pier Carlo Scaramagli. Grande soddisfazione anche per Gian Paolo Borghi, coordinatore scientifico: “Per il Maf oggi è una giornata straordinaria”, ha detto.

 

La cerimonia (con la benedizione di don Paolo Galeazzi) ha fatto da preludio all’inaugurazione della mostra "Otello Ceccato (1928-2014), la donazione della figlia Eleonora al MAF", a cura di Corrado Pocaterra  e Gian Paolo Borghi con il saluto on line della donatrice che lascia al Maf 32 opere del padre tra olii, chine, acquerelli, oltre a due album.

 

Imprenditore agricolo di San Bartolomeo in Bosco, nella seconda metà degli anni '60 Scaramagli sentì l'esigenza di riproporre in chiave documentaria e di conservare la memoria di un mondo, il mondo tradizionale contadino che oscilla tra fine dell'ottocento e la metà degli anni Cinquanta, un mondo che vedeva lentamente scomparire. 

 

Lo fece sia come conservatore di attrezzi, materiali della casa familiare, mezzi e, in generale, del patrimonio storico contadino di famiglia (oltre 30mila i pezzi raccolti) sia come collezionista di antiquariato. Si dedicherà poi anche al racconto delle prime fasi della meccanizzazione agricola nel ferrarese e - incontrando Renato Sitti allora direttore del Centro Etnografico del Comune di Ferrara - avvierà la quarantennale storia del Maf. 

 

Dall’incontro con il pittore Ceccato - padovano di origini ma ferrarese di adozione - nacque invece un sodalizio presto concretizzatosi in una mostra della canapa al Centro attività visive di palazzo dei Diamanti, nel 1978. Ceccato realizzò per l’occasione un intero ciclo dedicato proprio a quella antica lavorazione, parlando direttamente con gli operai e i lavoratori del settore.

 

Oggi quel ciclo - donato dalla figlia Eleonora - compone le collezioni permanenti del Maf e racconta anche frammenti di vita di quegli anni: il parto delle donne tra le manelle, il primo bacio dopo gli incontri nei campi di canapa. L’ultima esposizione, seguita dal Maestro Ceccato in vita, è stata quella allestita - nel maggio 2014 - alla Sala Mediolanum di Ferrara  dal titolo: “Antologia del paesaggio”, curata da Lucio Scardino. 

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Data pubblicazione

10/10/2022

Aggiornamento

10/10/2022 10:44