Inaugurate al MART le mostre di Adelchi Riccardo Mantovani e Achille Funi

Vittorio Sgarbi “esporta” Ferrara a Rovereto con l’avvio delle celebrazioni del 50ennale

Data:

29/10/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

“Ferrara è un luogo dell’anima, più di ogni altro, in tutta la cultura artistica dal Medioevo a oggi, perché è il luogo di una tradizione rinascimentale altissima - alternativa a quella fiorentina e veneziana - con autori come Cosmè Tura ed Ercole de’ Roberti”.

 

Così Vittorio Sgarbi oggi al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART), di cui è presidente, presentando due esposizioni di autori ferraresi in terra trentina: “Il Sogno di Ferrara. Adelchi Riccardo Mantovani” e “Achille Funi (1890-1972) Il volto, il mito”, che segna l’avvio delle celebrazioni per la ricorrenza dei 50 anni dalla scomparsa del celebre pittore ferrarese, definito dalla curatrice Nicoletta Colombo, “il migliore rappresentante, con Sironi, della potenza dell'affresco in area europea”.

 

La mostra - che espone anche tre opere di proprietà delle gallerie civiche di Ferrara - rappresenta una ‘anteprima’ della grande antologica che - come spiega l’assessore Marco Gulinelli - è attesa proprio a Ferrara tra pochi mesi: “Si comporrà di oltre 100 opere - anticipa -, è prevista in tarda primavera, e sarà articolata per sezioni: gli anni giovanili (1906-1910), Funi e il futurismo, l'epoca della 'ricostruzione' e del ritorno all'ordine, i lavori sperimentali, i capolavori del realismo magico, le opere storiche del Novecento italiano, la grande stagione della pittura murale, la maturità, il disegno. Sarà un grande omaggio della sua Ferrara a un illustre protagonista della storia artistica della prima metà del secolo scorso".

 

In attesa dell’appuntamento ferrarese, il Mart - con un “buona Ferrara a Rovereto” che Sgarbi ha augurato al pubblico oggi presente - dà il via - anche alla presenza di Elisabetta Sgarbi - alle celebrazioni legate alla ricorrenza dell’affreschista con un “focus espositivo” dedicato ai volti. Ne fanno parte anche tre opere appartenenti al Museo d’arte moderna e contemporanea “Filippo de Pisis” di Ferrara: 'Ritratto della sorella' (1921), 'Autoritratto con la madre e la sorella' (1924), 'Mia madre' (1921). A curare la mostra - insieme a Nicoletta Colombo - per la parte ferrarese, è stato lo storico dell’arte Lucio Scardino, oggi presente: “Ferrara è un luogo reale - dice - che, grazie ai suoi pittori, in una tradizione continua che va dal Rinascimento a De Chirico, Funi, Adelchi Mantovani, diventa un luogo dell’anima, un luogo mentale, ricreato dallo spirito degli artisti”.

 

Sgarbi ha parlato con grande affetto di Adelchi Riccardo Mantovani - “tenerissimo e straordinario artista” ferrarese emigrato a Berlino negli anni ‘60 dopo l’infanzia in orfanotrofio - a cui è riservata l’altra mostra al MART, che fa seguito a quella da poco conclusa al Castello estense: “Dalla Germania Adelchi Mantovani dipinge in modo realistico il suo sogno di bambino, che è quello di continuare a vivere a Ferrara pur lontano. Da qui - tra nebbia, Po, argini, casali, architetture rurali - ha aggiunto il collegamento col mito, come il mito di Fetonte”.

 

Mito che si ritrova anche in Funi (autore proprio del ciclo pittorico del ‘Mito di Ferrara’, nella sala dell’Arengo di palazzo Municipale) in un ideale collegamento tra i due. “Abbiamo esportato Ferrara in Trentino - ha concluso Sgarbi -. La metafisica di Ferrara e la città stessa, sono luoghi dell’anima e per questo ognuno di noi ne conserva un pezzo, la Ferrara del silenzio, della nebbia, della solitudine, raccontata da questo autore straordinario”.

 

Quella di oggi è stata anche l’occasione per richiamare e promuovere, anche in terra trentina, la mostra - appena inaugurata - dedicata a Carlo Guarienti, al Castello estense e quella, attesa a febbraio 2023, dedicata al Rinascimento ferrarese, che segnerà la riapertura di palazzo dei Diamanti.

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Data pubblicazione

31/10/2022

Aggiornamento

31/10/2022 11:09