Stefano Accorsi racconta la Ferrara Ebraica sulla sua pagina Facebook

il grazie del Sindaco Fabbri: "Importante contributo a conoscenza patrimonio della città"

Data:

10/08/2021

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Stefano Accorsi 'conduttore' di un viaggio social alla scoperta della Ferrara ebraica. In un post pubblicato questa mattina il celebre attore, di origini emiliane e testimonial dell'Emilia-Romagna, ha celebrato il patrimonio della città, partendo dal "maestoso castello Estense", "il palazzo dei Diamanti e le strade brulicanti di biciclette", e tracciando poi un itinerario alla scoperta del cuore dell'antico ghetto, del cimitero ebraico, della Ferrara di Bassani e del Meis. L'augurio finale - Mazal Tov! (letteralmente 'buona fortuna') - riprende il nome della mostra allestita proprio al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.

Il post è visibile a questo link: https://www.facebook.com/StefanoAccorsiOfficial/posts/380184740140017


"Grazie a Stefano Accorsi per il suo prezioso contributo e per aver ricordato e raccontato la ricchezza del patrimonio e della cultura ebraica che tanto ha rappresentato, e rappresenta, per Ferrara", dice il sindaco Alan Fabbri.
Accorsi parte citando via Mazzini, via Vittoria, piazzetta Lampronti e via Vignatagliata, "non solo semplici nomi di vie del centro storico", sottolinea, ma - scrive - "il cuore del ghetto ebraico, uno tra i più antichi d’Italia".
"Ferrara, infatti - spiega l'attore nel suo post - fin dal Medioevo, è stata un porto sicuro per gli ebrei profughi da altri paesi e, ancora oggi, passeggiando per il centro è possibile riconoscere le tracce della presenza secolare della comunità ebraica, targhe e incisioni svelano l’origine delle abitazioni discrete e degli edifici storici".


"Passare davanti alla statua di Borso d’Este - prosegue - è quasi un obbligo vista la sua posizione centrale, in pochi forse sanno che la colonna su cui siede è composta da strati di lapidi provenienti da cimiteri ebraici; quello  di Ferrara, risalente al XVII secolo, è un luogo di suggestione e silenzio in cui la natura abbraccia e avviluppa le lapidi e dove tra gli altri riposano Renzo e Paolo Ravenna e Giorgio Bassani. Lo scrittore ha vissuto e insegnato nel cuore del ghetto e molti dei suoi scorci sono riconoscibili nelle sue famose opere letterarie". Dalle note storiche Accorsi passa così all'augurio ebraico, appunto: “Mazal Tov!”, ricordando l'esposizione al Meis, "che raccoglie nella sua collezione permanente preziose testimonianze sulla storica presenza in Italia della comunità ebraica".

 

Photo Credits:

Ghetto. Foto di Le Immagini Ferrara
Sinagoga e museo ebraico_ foto Baraldi
Monumento funebre a Giorgio Bassani di Arnaldo Pomodoro e Piero Sartogo, Cimitero ebraico. Foto di Lungoleno

Altre informazioni

Data pubblicazione

10/08/2021

Aggiornamento

11/08/2021 08:38