Infermiere di famiglia e di comunità: nuovo servizio dell'Azienda USL di Ferrara

Una nuova figura professionale. Un progetto pilota attivato in via sperimentale per tre mesi con otto infermiere in servizio su cinque ambulatori.

Data:

09/12/2021

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Da lunedì 6 dicembre 2021, sono entrati in servizio a Ferrara gli infermieri di famiglia e di comunità (Ifec). Si tratta di una nuova figura professionale che intende essere sempre più al fianco dei cittadini per un'assistenza personalizzata. Il progetto pilota dell'Azienda USL di Ferrara è uno dei primi operativi in Italia e verrà successivamente implementato per coprire tutto il territorio provinciale ferrarese con 33 infermieri formati appositamente per questo ruolo.

 

Il servizio è stato presentato martedì 7 dicembre 2021 con una visita guidata che ha toccato le sedi degli ambulatori degli infermieri di famiglia e di comunità di via Cassoli, Cittadella San Rocco, Casa della Salute di Pontelagoscuro, via Gandini e via Medini a Barco.

Erano presenti la direttrice generale Monica Calamai, la direttrice della Direzione Infermieristica e Tecnica Marika Colombi, l'assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti, il direttore sanitario Emanuele Ciotti, il direttore del distretto Centro Nord Marco Sandri, la responsabile organizzativa di Cittadella San Rocco Valentina Marzola e la coordinatrice infermieristica Federica Bonamici. In prima linea le infermiere Michela Bertolini, Simona Brina, Alice Ferri, Iris Punzetti, Marsela Gerveshi, Chiara Patrignani, Maura Berlese e Ilaria Ghelli, motivate a "diventare un punto di riferimento per le famiglie e per l'intera comunità".

 

"Vedere un impegno così importante sul territorio da parte dell'AUSL, in un servizio in cui Ferrara sarà antesignana in regione e in buona parte d'Italia, è entusiasmante - osserva l'assessore Cristina Coletti -. La figura dell'infermiere di famiglia e di comunità è determinante in particolare per lo stretto rapporto con il sociale, al fine di una presa in carico il più possibile a tutto tondo dell'utente, sia in ottica di cura sia in ottica di prevenzione. Da parte dell'amministrazione comunale c'è grande disponibilità a lavorare insieme per migliorare i servizi al cittadino facendo dialogare sanitario e sociale, a partire dall'istituzione di un tavolo di condivisione a supporto di queste attività così preziose sul territorio".

 

"Gli infermieri di famiglia e comunità sono le nostre 'sentinelle della salute', che fanno da collante tra il territorio e i servizi sociosanitari - dichiara la direttrice Monica Calamai -. Una figura nuova, aggiuntiva, per fare rete sul territorio attraverso un lavoro multidisciplinare e di qualità, andando a casa delle famiglie, nelle scuole, prendendo contatto con le associazioni locali. Gli sviluppi e le potenzialità sono molteplici, in stretto raccordo con il Comune che ringraziamo per la disponibilità dimostrata". "Dopo un'attenta selezione durante i due corsi di formazione, le prime infermiere entrano in servizio con motivazione e competenze nuove - aggiunge la dottoressa Marika Colombi -, in vista del master di primo livello che partirà a febbraio a Unife. Siamo tra i primi in Italia anche per la ricerca qualitativa nel misurare gli standard, che prevedono un infermiere di famiglia e comunità ogni duemila abitanti".

 

Ruolo e caratteristiche del servizio

L'infermiere di famiglia e di comunità svolge il suo ruolo assistenziale in particolare nell'ambito dei nuclei familiari, sia al domicilio del paziente, sia in ambulatorio o nelle strutture intermedie e di lungodegenza in cui viene ricoverato. Una modalità importante al fine di garantire la massima offerta con percorsi protetti dedicati e per mettere a frutto le potenzialità di questa nuova figura fondamentale soprattutto nell'ottica di una medicina del territorio sempre più forte e proattiva, che significa presa in carico più completa e a tutto tondo per l'utente, a partire dal suo domicilio (ma non solo). Un approccio peraltro previsto sia nel Piano Sanitario della Regione Emilia Romagna sia nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (Pnrr) del Governo.

 

Sul fronte operativo, per ogni paziente viene predisposto un piano assistenziale personalizzato e quindi mirato ad una presa in carico complessiva, che va dalla prevenzione, alla cura e agli aspetti riabilitativi. Il professionista lavora in stretto raccordo col servizio di assistenza domiciliare, con il medico di famiglia dell'assistito e con le altre figure professionali che lo hanno in carico.

 

Cosa fa l’infermiere di famiglia e di comunità

  • Valuta lo stato di salute e i bisogni dei cittadini nelle diverse fasi della vita.
  • Valuta i fattori di rischio presenti sul territorio informando ed educando i cittadini, le famiglie e la collettività, promuovendo interventi di prevenzione, incentivando miglioramenti degli stili di vita e correggendo i comportamenti sbagliati.
  • Supporta le famiglie in difficoltà ad individuare rapidamente eventuali problemi sanitari o sociosanitari per collaborare alla loro risoluzione.
  • Facilita l'integrazione tra Ospedale e Servizi Territoriali per dare una risposta appropriata ai bisogni di salute dell'individuo della famiglia e della Comunità.
  • Collabora con tutti i Servizi dedicati alle persone: Servizi Sanitari, Servizi Sociali, Associazioni di Volontariato e di Tutela dei cittadini ed Enti Locali, facilitando i percorsi di integrazione. 
  • In generale, l'infermiere di Famiglia e di Comunità è presente nel processo di educazione sanitaria al potenziamento delle autonomie dei cittadini, dei loro familiari e dei loro caregiver, per offrire supporto e sostegno affinché possano trovare soluzioni ai loro problemi.

 

Per garantire fin da subito una risposta capillare alla cittadinanza legata al Covid-19, gli ambulatori saranno attivati anche per le vaccinazioni pediatriche. A partire dal 16 dicembre anche le infermiere di famiglia e di comunità potranno quindi supportare la somministrazione del vaccino anti-Covid ai bambini dai 5 agli 11 anni, con programmazione che verrà resa nota. È in corso di valutazione anche il supporto per il tracciamento nelle scuole con l'esecuzione dei tamponi.

 

Quando richiedere il servizio (a titolo di esempio)

Per il cittadino

  • successivamente alla dimissione dall'ospedale, per ottenere consigli relativi alla corretta assunzione della terapia e per individuare soluzioni per gestirla al meglio
  • per controllare una eventuale medicazione o il corretto funzionamento di un dispositivo medico quale per esempio un catetere vescicale o un drenaggio
  • per somministrare le iniezioni sottocute da farsi dopo un intervento chirurgico o per apprendere come procedere in autonomia
  • per monitorare i parametri vitali e le variazioni della terapia, nel caso l’utente viva da solo e sia segnalato dal Medico di Medicina Generale
  • per monitorare, dopo un intervento chirurgico, medicazioni, educazione alla postura e alla movimentazione, aderenza terapeutica ed eventuale percorso di riabilitazione

 

Per la famiglia

  • educazione e supporto formativo al caregiver e ai familiari di riferimento

 

Per la comunità

L’infermiere di famiglia e di comunità può organizzare iniziative su tematiche di interesse collettivo:

  • come riconoscere segnali precoci di demenza
  • camminate della salute
  • assunzione corretta dei farmaci
  • educazione alimentare nelle scuole
  • prevenzione delle malattie trasmissibili
  • organizzazione di laboratori tematici per promuovere l’incontro e ridurre le problematiche legate alla solitudine

 

Come si accede al servizio

Il servizio può essere attivato direttamente dal cittadino, dal Medico di Medicina Generale o dal Pediatra di Libera Scelta, tramite accesso diretto in ambulatorio, email e contatto telefonico.

 

Per ulteriori informazioni su servizi offerti, modalità di attivazione, orari e contatti, è possibile consultare il sito www.ausl.fe.it/infermiere-di-famiglia-e-comunita/.

Altre informazioni

Data pubblicazione

09/12/2021

Aggiornamento

09/12/2021 17:57