All’Ariostea Mirella Guidetti Giacomelli racconta i suoi 50 anni di carriera

L’artista: “A parco Massari il mio ‘incontro’ con Dante. E con le ceramiche del Piccolo Principe realizzo un sogno lungo trent’anni”

Data:

07/12/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Il mio Dante esposto a parco Massari? “Un’ispirazione nata da un 'incontro': ho infatti immaginato di incontrare il Sommo Poeta in un luogo che potrebbe essere l’allegoria del paradiso”. La scelta di dedicare un ciclo di ceramiche al Piccolo Principe? “Per ritrovare l’essenza di quel messaggio, che non è solo per bambini, ma parla a tutti, soprattutto agli adulti”.

 

L’artista dei monumenti ferraresi, ma non solo, Mirelli Guidetti Giacomelli, ha raccontato lunedì alla biblioteca Ariostea circa 50 anni di carriera artistica, in occasione dell’uscita di un nuovo libro a lei dedicato. Un percorso che l’ha portata non solo a firmare statue e sculture in città (come il busto del Sommo Poeta a parco Massari, la statua di Giorgio Bassani davanti alla biblioteca del Barco intitolata al celebre scrittore, il monumento agli aviatori ferraresi di via Fortezza e il busto al cavalier Federico Zamorani a palazzo Roverella), ma anche a toccare vari Paesi europei e a realizzare opere esposte in università, enti pubblici, piazze.

 

A ripercorrere quasi 50 anni di attività artistica, dal 1975 a oggi, è stata Gina Nalini Montanari, autrice del libro “I colori della ceramica nelle sculture di Mirella Guidetti Giacomelli” (collana “Centomeraviglie, Faust Edizioni), e Riccardo Modestino, presidente dell’associazione De Humanitate Sanctae Annae Odv.

 

Un ‘viaggio’ raccontato dagli esordi, la prima mostra di Guidetti Giacomelli al Centro Artistico Ferrarese di via Garibaldi 122, nel 1975, alle ultime opere, tra cui spicca, in particolare, il ciclo di otto figure dedicate al Piccolo Principe, che ha anticipato le celebrazioni parigine dell’autore, e che in qualche modo rappresentano il culmine di una ricerca “di trent’anni, maturata in pieno lockdown”, come spiegato dalla stessa artista, che ha segnato anche l’incontro con la ceramica, perché “una storia tanto poetica come quella raccontata 80 anni fa da Antoine de Saint-Exupéry “necessita di una patina altrettanto poetica”.

 

Appunto, quella della ceramica, passata attraverso il processo di vetrificazione, quindi dipinta a mano. “Quella storia è storia di tutti, non parla solo ai bambini, ci insegna a vedere con gli occhi del cuore, a cogliere l’essenziale”. È il compimento di un “umanesimo integrale”, come lo ha definito Gina Nalini Montanari.

 

In questi decenni l’artista ha condotto un viaggio artistico attraverso diverse tecniche e materiali: dal bronzo all’alluminio, dall’oro all’argento, dalla terracotta al legno. Statue, sculture - anche imponenti (come ‘Il gioco degli scacchi’, oggi esposto davanti all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo) - medaglie, che le valsero menzioni e pubblicazioni anche della Zecca dello stato, le opere ispirate a Dante, ad Ariosto, a Torquato Tasso, a Giuseppe Parini fino al Novecento, con Giorgio Bassani e Michail Bulgàkov.

 

“L’opera di Mirella Guidetti Giacomelli”, ha scritto il sindaco nella prefazione, “è anche e soprattutto Ferrara raccontata a differenti Paesi e differenti popoli, è una firma del territorio portata in mondi e realtà lontane, che mostra il dinamismo e le capacità dell’autrice e che porta con sé i segni dell’amore per la nostra città”. Nel pubblico era presente anche Lucio Scardino che all’artista ferrarese dedicò già nel 1986 un testo: “Dietro le Grate. Sculture di Mirella Guidetti Giacomelli [1976-1986]”

Altre informazioni

Data pubblicazione

07/12/2022

Aggiornamento

07/12/2022 14:25