Dante a Ferrara, oltre i 700 anni dalla scomparsa

Nuove scoperte: dal compianto artista ferrarese Filippini due opere ispirate all'inferno, la 'dannata' e l'omaggio al francese Bouguereau

Data:

24/01/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

A Ferrara le celebrazioni dantesche non si fermano con la fine del 2021. Dopo aver scoperto l'autore ferrarese Manfredo Manfredini, che firmò una delle edizioni più popolari della Divina commedia del '900, la Nerbini, e dopo aver pubblicato la vita e le opere dantesche di un altro ferrarese illustre, Antonio Maria Nardi, si attende l'apertura di una mostra a Torino, che, tra gli altri, sarà dedicata anche a Nardi, annunciata dalla locale Fondazione Tancredi Barolo.

 

L'esposizione nasce anche dall'interesse e dal legame innescato con la Fondazione e sarà arricchita da un catalogo dedicato a Dante nelle illustrazioni per ragazzi, con specifici riferimenti alle opere dell'autore originario della città estense, di cui saranno esposte e riportate alcune tavole originali.

 

Intanto dalle ricerche condotte dal professor Lucio Scardino - che di Manfredini fu scopritore e di Nardi pubblicista - emergono altre novità rispetto alla fortuna dantesca negli autori ferraresi: è di questi giorni la scoperta di due nuove opere 'a tema' realizzate da Alfredo Filippini (scomparso a 96 anni, il primo giugno 2020) e a lungo tra i decani degli artisti ferraresi. Filippini - nato il 22 ottobre del 1924 e avvicinatosi al mondo dell'arte a seguito di un ricovero in sanatorio in Valtellina dove conobbe il pittore cuneese Ego Bianchi - realizzò, in particolare, due sculture a tema dantesco: una dannata, da cui emerge il volto di una donna avvolto dalle fiamme e due lottatori chiaramente ispirati - fa notare Scardino - al celeberrimo quadro di William-Adolphe Bouguereau ed esposto al Musée d’Orsay di Parigi.

 

"L’anno dantesco, a Ferrara, si incardina in una continuità temporale dedicata al Sommo Poeta che non termina ma che continua con elementi culturali di grande interesse anche sconosciuti o non particolarmente noti, ma altrettanto importanti. Questo percorso che abbiamo avviato sta portando a risultati di grande rilevanza sia sotto il profilo degli elementi storici e storico-artistici, sia per l'eco positiva che sta avendo anche oltre i confini di Ferrara", dice l'assessore Marco Gulinelli.

 

Entrambe le opere dantesche di Filippini fanno parte di collezioni private e sono in terracotta: la prima ritrae un volto femmineo con chioma allungata, che sta quasi in posizione di 'spaccata verticale' avvolta dalle fiamme, la scultura è di colore naturale ma presenta riflessi tra il dorato e il rossiccio. Per quanto riguarda i 'lottatori', invece, come fa notare Scardino: "Figura e posa sono chiaramente ispirati all'opera del francese Bouguereau": qui due 'dannati' si malmenano furiosamente. Nel dipinto si tratta di Gianni Schicchi de' Cavalcanti e Capocchio. Il primo, secondo le fonti, aveva rubato l'identità di Capocchio per potersi impossessare della sua eredità. Siamo nell'ottava cerchia infernale.

 

"Sono elementi che dicono molto, anche sotto il profilo della storia dell'arte: Dante ha infatti largamente influenzato gli artisti ferraresi soprattutto fino alla fine del '900. Dai 700 anni dalla nascita, celebrati nel 1965, fino alla fine del secolo scorso, infatti, molti nostri autori esposero alla Biennale internazionale del bronzetto dantesco a Ravenna, organizzata dai Frati Minori Conventuali con opere di autori di tutta Europa.

 

Filippini fu uno di questi. Con lui si contano anche altri nostri artisti che negli anni sono stati grandi protagonisti, a partire da Laerte Milani, e poi Mirella Guidetti Giacomelli, Adriana Mastellari, Rita Da Re. È stato un fiorire e un momento di grande vivacità culturale legato a Dante, che oggi vogliamo ritrovare sia valorizzando l'opera di questi autori, sia riscoprendone nuovi attraverso percorsi di ricerca che rivelano continue novità".

 

Nel caso di Filippini - inoltre - la valorizzazione dell'opera e dell'ispirazione dantesca rappresentano anche l'omaggio - in vista della ricorrenza dei due anni dalla scomparsa, il primo giugno - a uno dei più importanti autori ferraresi degli ultimi anni che, oltre ad essere stato allievo di Milani, contribuì a fondare il Club amici dell'arte, firmò il noto San Giovanni Battista in terracotta posto nel 2005 in una nicchia di via Cortevecchia, oltre a diverse altre installazioni nel ferrarese: la 'Fornaia' presso il centro civico di Pontelagoscuro; il 'Reperto' nella Pinacoteca Ottorino Bacilieri, nei locali del Museo civico di Voghiera nella Delizia di Belriguardo; l'opera 'Dietro la porta', nella sede della Fondazione Bassani, nella Casa di Ludovico Ariosto; l''Orlando impazzito' nel Museo civico archeologico 'Ferraresi' di Stellata.

 

Filippini frequentò l' accademia di San Nicolò, scuola privata di scultura e pittura, nell'omonima piazzetta dove l'artista Sergio Zanni, amico di una vita che oggi espone al Padiglione di Arte contemporanea, ha il suo storico laboratorio. Anche lo stesso Zanni, inoltre, tra agosto e settembre 2021 dedicò una propria mostra a Dante, alla Pallavicini22 Art Gallery di Ravenna.

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Data pubblicazione

24/01/2022

Aggiornamento

24/01/2022 11:49