La Russiola, il vino rosè salvato dall'estinzione

Al Ferrara Food Festival la storia della Russiola. "E' l'anima del territorio, sogniamo di renderlo più richiesto dello spritz"

Data:

08/11/2021

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

C'è un vino del territorio, nato dalle sabbie, forse il più antico della provincia di Ferrara, di grandissima nicchia, prodotto in quantità limitatissime (circa 10 ettolitri all'anno), a lungo giudicato come 'pianta intrusa' tra i filari, ma che un team di produttori e ricercatori sta salvando e valorizzando, tanto da averlo promosso anche in Cina, perché "i grandi mercati adorano le produzioni introvabili e perciò di valore".

 

E' la Russiola, un rosé tipico dell'areale comacchiese nelle cui potenzialità credono il sommelier Marco Simoni, con l’imprenditore Emanuele Mattarelli, il titolare di un impianto di centinaia di anni Marino Fogli e il ricercatore Sandro Colombi.

 

Simoni e Mattarelli lo hanno presentato oggi al pubblico del Ferrara Food Festival, con degustazione allo stand dei vini del Bosco Eliceo, in piazza Trento e Trieste. Simoni, tra le altre cose, ha portato la Russiola in Cina, scrivendone nella sua rubrica Autochtonous all'interno del trimestrale italo-cinese (con traduzione cinese) 19Youbao. "La Russiola - ha spiegato oggi - è un vino semplice che rappresenta tutta la possanza del territorio: sapido, ha una forte componente aspra, acida, una punta salina, che nasce da un terreno sabbioso e salmastro.

 

Va bevuto giovane ma ne stiamo studiando la possibilità di maturazione", ha spiegato oggi, illustrandone anche gli abbinamenti, pressoché obbligati vista l'alta acidità: fritto di paranza, brodetto di anguilla, marinati, rigorosamente locali.

 

"La quantità è talmente limitata - ha detto Mattarelli - che noi 'cultori' ne raccogliamo i grappoli negli stessi giorni per fare massa critica di prodotto e, nonostante questo, la raccolta non supera i 15 quintali, per meno di mille bottiglie complessive. Ma allora perché portarlo in un grande mercato come la Cina? "Perché questo vitigno porta con sé una storia, un territorio. E' un meccanismo promozionale forte, una leva di comunicazione turistica.

 

E poi prodotti di nicchia come questo mancano e sono ambitissimi soprattutto da chi è abituato a produzioni di larga scala. Ora il nostro obiettivo è sensibilizzare chi ha piante tra i propri filari e portarne almeno una bottiglia nei maggiori ristoranti, per dar loro modo di offrire ai propri clienti un prodotto tipico dalla grande storia.

 

La Russiola ha un colore simile a quello dello Spritz, potremmo quindi coniare lo slogan: meno Spritz, più territorio".

Altre informazioni

Data pubblicazione

08/11/2021

Aggiornamento

15/11/2021 14:57