Sgarbi racconta Ferrara ai giovani di tre nazioni

"La pittura ferrarese tocca il punto più alto dell'umanità". Il critico d'arte è testimonial del progetto ministeriale Ducato Estense

Data:

11/05/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

"Nulla di più alto l'umanità ha creato che il momento della pittura ferrarese compreso tra il 1470 e il 1490". Vittorio Sgarbi racconta Ferrara, nell'arte, nella storia, nella letteratura. Lo fa - dal Castello Estense - in un'intervista rilasciata a tre giovani ragazzi - un italiano, una francese e un inglese - del creative hub 101% - Centounopercento, vincitore della selezione pubblica del Ministero per il racconto dei territori dell'antico Ducato Estense.

 

Il progetto prevede reportage fotografici da 240 siti, video da 130 luoghi, che confluiranno in un sito internet dedicato, documentari e percorsi. Un progetto turistico e culturale promosso dal MiBACT nell’ambito del Piano “1 miliardo per la cultura”.

 


"Ferrara è un capolavoro di urbanistica, prima di una serie di singole architetture", ha detto Sgarbi, parlando con Maurizio Rampa, 29 anni, Camille Jayr 25enne da Tolosa e Richard Bisgrove, under 30 originario della Gran Bretagna.  
L'analisi e il racconto di Sgarbi sono dedicati a Ferrara - "la città del silenzio", "la città che non ha bisogno di periferia", fatta di "spazi silenti e vuoti", cantata da D'Annunzio, Piovene, Michel de Montaigne - e ripercorrono la scuola pittorica ferrarese - in primis Cosmé Tura e Francesco Del Cossa, che "costruiscono la loro visione tra Piero della Francesca e Mantegna".

 

"La loro concezione apre a una prospettiva totalmente nuova e dà il via, tra il 1450 e fino al 1598, a una scuola con formidabile capacità di rigenerazione, poi abbeveratasi anche alla scuola veneziana". Dal Rinascimento il percorso tracciato da Sgarbi ha condotto al Novecento, con "la grande intuizione di Franco Farina che, dal 1963, ha reso Ferrara capitale dell'arte contemporanea".

 

Nel mezzo il presidente della Fondazione Ferrara Arte ha parlato, tra le altre cose, dell'impresa urbanistica di Biagio Rossetti (definito un "visionario dalla mente metafisica"), della  prima città moderna europea, delle delizie Estensi. Il progetto del Ducato Estense vedrà il compimento nel 2023. 

 

Nel corso del suo percorso al Castello, Sgarbi si è inoltre soffermato sugli affreschi della sala degli Stemmi e - insieme allo storico dell'Arte Lucio Scardino - ha rivolto un proprio pensiero  a Giuseppe Migliari, il pittore e scenografo ferrarese  di fine Ottocento, tra gli autori di quelle decorazioni, ricordato in questi giorni per la sua parabola artistica che lo ha condotto fino a Odessa, dove morì  nel 1897. La sua è una figura che rappresenta un ponte storico tra Ferrara e l'attuale Ucraina. "Meraviglioso, quasi  metafisico", ha detto Sgarbi.

 

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Data pubblicazione

11/05/2022

Aggiornamento

11/05/2022 11:10