Cento anni di Giovanni Testori, Ferrara lo celebra alla biblioteca Ariostea

In mostra i libri, i manoscritti, le foto di scena, le lettere a Roberto Longhi, i rapporti con Pasolini e Bassani

Data:

10/05/2023

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Libri, lettere autografe, manoscritti, foto di scena, programmi di sala: Ferrara celebra Giovanni Testori nei cent’anni dalla nascita (che ricorreranno venerdì). Lo fa con una mostra, in corso, alla biblioteca Ariostea, che propone uno spaccato della vita dell’autore, nei suoi rapporti con Giorgio Bassani e Pier Paolo Pasolini, nel segno del comune maestro Roberto Longhi (quest’ultimo omaggiato anche a palazzo dei Diamanti nella mostra "Rinascimento a Ferrara"). La mostra - aperta fino al 24 giugno - nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi ed è curata da Francesca Bini e Alessandro Gnocchi. 

 

Negli spazi, allestiti, della sala Ariosto (che ospita il monumento funebre all’autore dell’Orlando Furioso) sono esposte opere provenienti da Milano, Firenze, Genova, da collezioni private, dalla stessa Ferrara e da Regione Lombardia. Nel dettaglio: una bacheca è interamente dedicata a Testori e Longhi, con tre lettere indirizzate al maestro: una è del 12 novembre 1951 (in cui Testori manifesta la volontà di approfondire con Longhi la conoscenza di alcuni quadri di San Carlo esposti a Milano), una del 19 agosto del 1954 (proveniente da Firenze), in cui Testori annuncia di voler sviluppare, in ambito pittorico, "Con più particolari i rapporti del Ceruti col Ghislandi, del Ghislandi col Ceruti e di tutti/e due coi veneti”. Accetta (e ringrazia), inoltre, per l'invito a fare parte della rosa dei redattori coinvolti da Longhi e promette di "sgobbare".

 

L’8 aprile 1957 invece lo scrittore lombardo si augura di andare a trovare presto l'amico e maestro a Firenze e annuncia che gli porterà un “Bel numero di fotografie, tra cui una terna di Mattia Preti inediti, cui fa da quarto una copia della perduta 'Incredulità' del Caravaggio”. Emergono continui aggiornamenti su un fitto lavoro letterario, artistico, critico e storico. Nella missiva (concessa dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze) Testori annuncia inoltre un prossimo racconto della storia di una "Famiglia che dalla condizione operaia tenta, in tutti i modi di passare a quella... padronale: e sarà naturalmente anche questa una storia disperata”.

 

Alla biblioteca Ariostea sono inoltre disponibili al pubblico: un manoscritto della Suite per Francis Bacon del 1965, dell’archivio Giovanni Testori, di proprietà di Regione Lombardia, in deposito presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la foto della scenografia dell'Arialda di Testori messa in scena da Luchino Visconti nel 1960 e il relativo programma di sala con testo di Bassani (entrambi provenienti da Genova, Museo Biblioteca dell’Attore, fondo Pasquale de Antonis e fondo Lucilla Morlacchi), l’edizione Einaudi del 1954 de “Il dio di Roserio”, l’edizione 27 della rivista “Paragone”, con un contributo di Testori “Su Francesco del Cairo”.

 

Nella teca verticale a fondo sala sono esposte due opere della Fondazione Giorgio Bassani di Ferrara: un “Gaudenzio alle porte di Varallo” (Milano, 1960) e “Il ponte della Ghisolfa” (Milano, Feltrinelli, 1958), entrambi con dedica autografa di Testori a Bassani 

Altre informazioni

Data pubblicazione

11/05/2023

Aggiornamento

11/05/2023 14:00