Delizia estense di Belfiore, la presentazione del progetto

A fine giugno le prime indagini per riportare alla luce i resti dell'antica delizia scomparsa. Al progetto partecipano anche un centinaio di studenti

Data:

17/06/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Partiranno tra fine giugno e inizio luglio i primi rilievi geomagnetici ed elettrici propedeutici all'avvio degli scavi per riportare alla luce i resti della delizia estense di Belfiore (scomparsa a seguito di un incendio nel 1632), a nord ovest dell'ultimo tratto di corso Ercole I d'Este. Dalla seconda metà di settembre partiranno, poi, le attività di scavo, che vedranno coinvolte anche quattro classi dei licei Roiti e Ariosto per circa un centinaio di ragazze e ragazzi. Dopo una settimana di formazione i giovani potranno dare il proprio contributo ai lavori, sulle tracce dell'antica delizia. 

 

Il cronoprogramma e le fasi del progetto triennale di archeologia partecipata "Che Delizia Belfiore!" sono emersi oggi (venerdì 17 giugno 2022) nel corso della presentazione, andata in scena a palazzo Costabili e introdotta da Tiziano Trocchi, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. Il progetto è ideato e diretto dalla Soprintendenza  Archeologia, belle arti e paesaggio e sviluppato con il sostegno economico dell'Amministrazione comunale (a tal fine, la giunta ha deliberato, nella seduta del 7 giugno, uno stanziamento di 37.500 euro).

 


Il sindaco Alan Fabbri ha parlato di "progetto di straordinaria portata, sia per gli aspetti storici e archeologici che potranno svelare una meraviglia estense scomparsa, sia per il coinvolgimento degli studenti in una iniziativa formativa, sia per gli effetti, certo non secondari, di rigenerazione dell'area che questa attività e quel che ne consegue porterà con sé". "Con un vasto gioco di squadra si riqualifica un'area attraverso la ricerca, lo studio della storia, la cultura, la formazione. Penso che questa bella idea possa essere modello ed esempio per tante realtà anche in ambito nazionale".

 

L'attesa - come spiegato anche dagli archeologi liberi professionisti Flavia Amato e Maurizio Molinari - è per il rinvenimento dei resti della antica delizia Cinquecentesca andata distrutta e abbandonata che permetteranno di verificare l'aderenza delle planimetrie storiche al rinvenuto e di ricostruire tutte le fasi della trasformazione dell'area. Inoltre c'è l'auspicio e la speranza di trovare, in fase di scavo, oggetti, elementi decorativi, testimonianze del passato. Saranno realizzate anche indagini su pollini e resti vegetali nel tentativo di acquisire dettagli sulla composizione del giardino storico.

 

"Sarà una bella avventura, questo è il modo per mostrare come si lavora e che cosa si realizza col metodo archeologico", ha detto Chiara Guarnieri, della Soprintendenza, "l'iniziativa merita la massima considerazione e il più ampio sostegno, non solamente per il suo valore scientifico, ma anche per quelli - altrettanto rilevanti - di carattere culturale e sociale che è  in grado di promuovere attraverso il diretto coinvolgimento della cittadinanza e i giovani studenti delle scuole superiori. Un progetto che, concepito dalla Soprintendenza, immediatamente condiviso dal Comune, il Gaf, i licei scientifico e classico, contribuirà a rendere sempre più evidente che chi si occupa della conoscenza e della ricostruzione del  passato in effetti altro non fa che dedicarsi  alla progettazione e alla costruzione del proprio futuro". Nel progetto sono coinvolti anche:  la Provincia (oggi rappresentata dal consigliere delegato Francesco Colaiacovo), per la parte autorizzativa, il Gruppo Archeologico Ferrarese (è intervenuta la presidente Letizia Bassi), che  parteciperà agli scavi, e il Consorzio di bonifica, che realizzerà la recinzione dell'area, preliminare al lavoro archeologico.    

Altre informazioni

Data pubblicazione

20/06/2022

Aggiornamento

20/06/2022 11:30