A quattro anni dalla scomparsa della costumista ferrarese Adriana Berselli: esce una pubblicazione

La storia della celebre regina dei costumi raccontata, insieme a quella di altri artisti prestati al cinema, da Lucio Scardino

Data:

19/12/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Per il quarto anniversario dalla scomparsa di Adriana Berselli, la regina ferrarese dei costumi del cinema italiano, a Ferrara esce "Cinema , pittura, Ferrara. Quattro artisti ferraresi prestati alla settima arte", pubblicazione (edita da La Carmelina edizioni) che ripercorre in forma inedita quattro storie di altrettanti eccellenti artisti del territorio che hanno prestato la loro creatività al cinema. Tra queste figure spicca proprio il racconto del genio di Adriana Berselli, compagna di studi di Domenico Modugno e di Folco Quilici.

 

Esordì nel 1953, nel 1960 Michelangelo Antonioni, ferrarese premio Oscar, le commissionò gli abiti per il celeberrimo “L’Avventura”, disegnò poi, tra le altre cose, le mises per Virna Lisi in ‘Meglio vedova’ e conquistò presto la fiducia di un’altra grande diva del cinema degli anni Settanta: Monica Vitti. Tra le altre cose visse anche 13 anni in Venezuela realizzando collezioni, sfilate di moda, collaborando per fashion magazine.

 

Il suo percorso, tracciato e riscoperto da Lucio Scardino, si accompagna nel libro a quello di altri tre grandi nomi del territorio che hanno plasmato e indirizzato la loro creatività tra tele e pellicole, lavorando o realizzando essi stessi film e spesso incrociando l’attività di grandi registi ferraresi, proprio come Antonioni e Quilici. Molte delle notizie racchiuse nel testo hanno carattere assolutamente inedito. 

 

Il percorso del libro spazia tra arte figurativa ferrarese e cinema, oltre a Berselli vi si ritrova: Roberto Melli (1885-1958), il grande pittore e scultore fu anche, per cinque anni, direttore della San Marco film, casa di produzione cinematografica di Roma, per la quale realizzò favole per il cinema e sophisticated comedy.

 

Film in massima parte andati perduti, ma ricostruiti grazie ad articoli e scritti dell’epoca e associati a immagini di opere dell’artista di chiara ispirazione cinematografica, come il ritratto dell’attrice Giulietta De Riso (1912), conservato nei depositi del museo civico De Pisis di Arte Moderna e contemporanea.

 

La terza ‘storia ferrarese’ - raccontata da Scardino - ha come protagonista Severo Pozzati (1895-1983), ferrarese anch’egli, ritenuto il più grande cartellonista europeo del Novecento. Pozzati, in arte Sepo, è stato scenografo a Bologna e  sceneggiatore, fu regista di un film d’avanguardia, “Fantasia Bianca”, del 1919, “una favola decadente e rococò, idealmente sospesa tra Tiepolo e Laforgue”. Scardino lo intervistò personalmente e oggi pubblica anche alcuni scatti del 1919 del dietro le quinte del film, tra cui uno con Bianca Virginia Camagni a Capri, durante le riprese.

 

Ultimo ‘ritratto’ tra arti figurative e cinema è quello di Laerte Milani (1913-1987) e della sua ‘Hollywood sul Po”, così definita, visto che il celebre scultore e docente del Dosso Dossi fondò una casa di produzione cinematografica per i cartoni animati e, valorizzando il lavoro di tanti giovani, realizzò short pubblicitari e decine di migliaia di fotogrammi. In particolare firmò, tra gli anni ‘50 e ‘60, un film - “Destinazione errata” - coinvolgendo alcuni allievi del Dosso Dossi. Per farlo sono stati realizzati 18mila disegni, alcuni visibili nella pubblicazione.  

 

La pubblicazione esce non a caso in questo periodo, "è infatti non solo una sorta di 'strenna natalizia' - dice Scardino -, ma anche un nuovo omaggio a una grande ferrarese come Adriana Berselli, nell'imminenza dei quattro anni dalla scomparsa (avvenuta il 23 dicembre 2018) e ad altri poliedrici nomi del panorama artistico ferrarese.

 

Certo, non ha carattere esaustivo, ma può essere l’avvio di un percorso. Ad esempio, altri casi interessanti da approfondire sarebbero quelli del pittore Antonio Bonetti, che insegnava al Dosso Dossi e che ha fatto documentari con grande qualità formale, dello scultore Fabio Medini che - tra Ferrara e Perugia - ha prodotto installazioni e film e le produzioni del Centro Video Arte del Palazzo dei Diamanti, con filmati talora realizzati da pittori e scultori quali Camerani, Cattani, Goberti e Bonora”. 

 

“Con il ritratto dei quattro grandi artisti citati mi sono avventurato in un percorso disconosciuto, ma di straordinario fascino: il cinema, infatti, è definito la 'settima arte' anche perché è compendiaria di tutte le altre arti figurative e non: pittura, scultura, fotografia, teatro, letteratura, per citarne alcune”. In copertina è riportata una curiosa incisione del 1944 del ferrarese Enzo Baglioni che ritrae un ‘dietro le quinte’: quasi sicuramente ripresa durante le riprese di un film nel Cinevillaggio, struttura per la produzione cinematografica sorta a partire dall'autunno del 1943.

Altre informazioni

Data pubblicazione

19/12/2022

Aggiornamento

19/12/2022 13:49