Ferrara-Ucraina, acquisita una rara nuova opera dell’artista ferrarese Giuseppe Migliari

Un rarissimo quadro da poco scoperto e giudicato come una delle poche opere a carattere non decorativo dell’autore ferrarese morto ad Odessa

Data:

29/12/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Ponte ideale - in questi tempi di guerra - tra Ferrara e l’Ucraina, decoratore anche del Teatro Comunale della città estense, del teatro di Bondeno, della sala dei Comuni del Castello, combattente durante la Primavera dei popoli: il pittore e scenografo ferrarese Giuseppe Migliari -  morto a Odessa nel 1897 - rivive, nel duecentesimo anno della sua nascita (che si concluderà in questo 2022), in un rarissimo quadro da poco scoperto, e recentemente acquisito una collezione privata cittadina.

 

Il dipinto è giudicato una delle poche opere note a carattere non decorativo dell’autore. Altre tre sono nelle collezioni pubbliche: si tratta di una tempera, “Paesaggio con villa” e di un olio su tela raffigurante l’interno di un convento, entrambi conservati al civico Museo dell'Ottocento di Ferrara e, quest’ultimo, inserito e visibile nei patrimoni culturali di Emilia-Romagna, e di un bozzetto di un  progetto di restauro, secondo i canoni del neogotico, del duomo di Ferrara, censito nei cataloghi di Regione Lombardia essendo conservato al Museo Poldi Pezzoli di Milano.

 

Il dipinto recentemente riemerso sul mercato antiquario è datato 1880 e raffigura forse una scenografia teatrale ispirata all’opera lirica Mignon: sono rappresentati un portico con due archi dal sapore neogotico e, sullo sfondo, un fortilizio e montagne.

 

"Il 2022 ci ricorda, nella ricorrenza dei 200 anni, la nascita di Migliari, ed è malauguratamente anche l'anno di esplosione di una guerra assurda. Migliari e la sua vicenda umana e artistica rappresentano così, mai come in questi tempi, un legame ideale e di vicinanza tra la nostra terra e il popolo ucraino. E le nuove scoperte sulla sua vita e sulla sua opera ci richiamano sempre più a questa vicinanza", dice l’assessore Marco Gulinelli.

 

“A pochi giorni dalla conclusione della celebrazione dei 200 anni dalla nascita di Giuseppe Migliari le circostanze ci restituiscono la nuova testimonianza di una figura da ricordare come artista ‘risorgimentale’ raffinato e impegnato, figlio della nostra terra e come collegamento storico e simbolico con i luoghi dell’odierno conflitto in Ucraina”, dice lo storico dell’arte Lucio Scardino, che su Migliari ha firmato pagine monografiche che si concludono proprio con l’ultimo quadro ritrovato.

 

 
La vita di Giuseppe Migliari - figlio di Francesco, iniziatore della bottega ferrarese di decorazioni - è stata prolifica e rocambolesca. Prolifica perché collaborò alle decorazioni dei teatri di Ferrara (e del Ridotto) e di Bondeno, del Castello (qui dipinse le Cinque vedute di soggetto ferrarese nella sala consiliare), del sipario dipinto per l’arena Tosi-Borghi (attuale ex teatro Verdi).

 

Collaborò inoltre con il padre per realizzare le ornamentazioni delle sale di Cesena e Bagnacavallo e cofirmò nel 1851 il sipario del teatro comunale di Fabriano, poi distrutto da un incendio nel 1863. A lui sono inoltre ascritti alcuni affreschi dei palazzi Gulinelli e Cavalieri di via Vignatagliata, di Casa Maffei in via Terranuova e di casa Bresciani in via Ripagrande, oltre che della chiesa parrocchiale di Bondeno.

 

Ma la vita di Migliari junior fu anche rocambolesca perché prese parte ai moti rivoluzionari e fu arrestato dagli austriaci nel 1849 con l’accusa di cospirazione, quindi prosciolto dopo 40 giorni di prigionia. Negli ultimi anni della sua esistenza partì per l’attuale Ucraina per “esercitare l’arte sua” e richiamato dalla “rinomanza dei suoi lavori” (come riportò il necrologio della Gazzetta ferrarese del 17 settembre 1897) e, forse, anche per ritrovare il gusto di uno stile che in patria era stato superato.

 

Qui lavorò al teatro dell’Opera e Balletto di Odessa, inaugurato nel 1887 e costruito in stile neo-barocco, prima di trovare la morte in situazione, come testimoniano le cronache dell’epoca, di difficoltà economica che lo avevano portato, nel 1894, a chiedere, inutilmente, alla deputazione provinciale di Ferrara un sostegno pubblico per il ritorno a casa. Non lo otterrà e finirà così i suoi giorni tre anni dopo in terra ucraina.

 

Altre informazioni

Data pubblicazione

29/12/2022

Aggiornamento

29/12/2022 12:00