Da Trento a Padova, l'arte ferrarese va "in trasferta"

Opere di Achille Funi e Gaetano Previati saranno esposte al MART e a Palazzo Zabarella

Data:

05/07/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

È uno dei più grandi affreschisti italiani del '900, è stato maestro di artiste internazionali oggi apprezzatissime come Leonor Fini e Felicita Frai, è l'autore, tra le altre cose, dell'affascinante ciclo pittorico della sala dell'Arengo di palazzo Municipale, giudicato uno dei più begli esempi di decorazione novecentista in Italia. È il ferrarese Achille Funi e quest'anno, nell'anniversario dei 50 anni dalla morte, il MART Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - presieduto da Vittorio Sgarbi - ne omaggerà la memoria: Ferrara collaborerà con un proprio prestito di opere e delineando nuove scoperte e nuovi percorsi attraverso i suoi dipinti, grazie alla collaborazione dello storico dell'arte ferrarese Lucio Scardino.


Sempre oggi l'Amministrazione ha dato il via libera, su proposta dell'assessore Marco Gulinelli, anche al prestito dell'opera di un altro artista ferrarese, Gaetano Previati: si tratta del celebre dipinto del 1909, a sfondo dantesco, "Paolo e Francesca" - appartenente al Museo dell'Ottocento di Ferrara - per la partecipazione alla rassegna dal titolo "Futurismo. Nascita di un'avanguardia", organizzata dalla Fondazione Bano-Palazzo Zabarella a palazzo Zabarella di Padova, dal 1 ottobre 2022 sino al 26 febbraio 2023. "Il prestito di opere e il contributo a mostre esterne è una forma di collaborazione ma anche uno strumento per la promozione dell'arte ferrarese in Italia e nel mondo, che delinea il prestigio, l'orizzonte vasto e il respiro internazionale degli autori figli della nostra terra", dice l'assessore Gulinelli.

 

Le tre opere di Funi  (appartenenti al Museo d’arte moderna e contemporanea “Filippo de Pisis” di Ferrara) che traslocheranno momentaneamente a Rovereto sono: 'Ritratto della sorella' (1921), 'Autoritratto con la madre e la sorella' (1924), 'Mia madre' (1921). Saranno esposte nei prossimi mesi alla rassegna dal titolo "Achille Funi (1890 – 1972). Il volto, il mito", curata da Nicoletta Colombo, massima esperta dell'autore e Daniela Ferrari, conservatrice del MART. Un contributo ferrarese a questo appuntamento arriva dallo storico dell'arte Lucio Scardino, che in varie riprese si è occupato dell'attività di affrescante di Funi. Scardino condurrà i visitatori in un percorso attraverso i volti ritratti dall'autore, da cui si riconoscono molti personaggi della storia e della quotidianità novecentesca. Così, ad esempio, nell'affresco della Sala della Consulta, nella rappresentazione della Gerusalemme Liberata, l'autore trae ispirazione dalla figura del ferrarese Nello Quilici e di alcuni dipendenti comunali. Loro stessi hanno posato negli affreschi. E, sempre a Ferrara, Felicita Frai, sua principale collaboratrice, compare come Parisina ed è ispiratrice anche di Ugo nella sala dell'Arengo di palazzo Municipale. A Roma, invece, nella sede affrescata della Direzione Generale della Banca Nazionale del Lavoro di via Veneto, tra le figure rappresentate si scopre il volto dell'allora ministro Giuseppe Bottai.


 "Mi sono basato su testimonianze documentali e sulla testimonianza diretta acquisita da Felicita Frai, che ho incontrato prima della morte - dice Scardino -. Il percorso arriva fino agli affreschi di Tripoli e mostra anche una curiosa raffigurazione di Italo Balbo tra i frati di San Francesco, evidenziando una certa tendenza dell'autore a rappresentare, con originalità e anche con un pizzico di ironia, volti a lui contemporanei in contesti storici, unendo sapientemente il presente al passato e mixando contesti e mondi lontani". 

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Data pubblicazione

05/07/2022

Aggiornamento

05/07/2022 15:46