La "Decapitazione di Oloferne" in restauro

Il prezioso arredo, prodotto dalla Manifattura di Oudenaarde nella prima metà del 600, rimosso temporaneamente dalla Sala degli Arazzi del Palazzo Municipale

Data:

18/03/2024

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

L’arazzo raffigurante la Decapitazione di Oloferne ha lasciato in questi giorni la sua abituale dimora nella Sala degli Arazzi del Palazzo Municipale per un importante intervento di restauro. 


La revisione dello stato conservativo e la manutenzione straordinaria svoltasi l’anno scorso sotto il coordinamento del personale scientifico dei Musei di Arte Antica del Comune di Ferrara, hanno infatti evidenziato la necessità di un intervento in grado di eliminare le criticità che attualmente oscurano il valore storico e artistico dell’opera.

 

In accordo con la proprietà, BPER Banca, e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’intervento è stato affidato al rinomato Laboratorio RT – Restauro Tessile di Albinea (Reggio Emilia) presso cui l’opera è stata temporaneamente trasferita.

 

Il restauro consentirà la rimozione dei consistenti depositi polverosi sulle superfici del tessile restituendo così le cromie originali e gli interessanti dettagli decorativi oggi di difficile interpretazione. La pulitura dell’opera sarà inoltre l’occasione per il totale rifacimento della fodera che oggi appesantisce il tessile determinando la non perfetta caduta dell’arazzo, che forma ondulazioni in senso verticale e arricciature degli angoli inferiori. Il lavaggio e le delicate operazioni di asciugatura, rammendo, rifoderatura e revisione dei precedenti restauri, restituiranno all’opera una straordinaria vivacità. 


«Questo importante intervento», afferma l’assessore alla cultura Marco Gulinelli, «si inserisce nella campagna di restauri e attività conservative sul patrimonio che si sta portando avanti. Dopo cinquant’anni dall’ultimo intervento di restauro, l’opera sarà restituita alla sua antica bellezza, mantenendo finalmente un oggetto simbolo di un luogo caro ai moltissimi cittadini che, proprio all’ombra di questo arazzo, hanno pronunciato il loro più importante si».


Giunto a Ferrara nel 1938 dal mercato antiquario, insieme ad altri antichi arredi acquistati da Nino Barbantini per le stanze della Palazzina Marfisa d’Este, l’arazzo non ha alcun rapporto con la collezione di opere analoghe appartenute alla principessa ferrarese sebbene ne ricordi però la ricchezza e la straordinaria unicità. Proprio per il suo prestigio e valore l’opera venne presto trasferita nell’attuale Sala degli Arazzi del Palazzo municipale, diventando così storico sfondo di innumerevoli eventi istituzionali ed elemento centrale di uno dei luoghi di rappresentanza della città.

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Data pubblicazione

18/03/2024

Aggiornamento

18/03/2024 15:03