Giorno della Memoria, in Sala Estense la consegna delle medaglie

Le medaglie sono state consegnate ai familiari degli internati militari e civili del ferrarese

Data:

26/01/2024

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Questa mattina, venerdì 26 gennaio a partire dalle 10:30 nella restaurata e rinnovata Sala Estense, si è celebrata la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore del Presidente della Repubblica agli ex internati militari e civili nei lager nazisti e ai destinati al lavoro coatto durante il secondo conflitto mondiale, alla presenza degli studenti delle scuole ferraresi. L’iniziativa, inserita all’interno degli eventi per il Giorno della Memoria, è stata organizzata dalla Prefettura e dall’Istituto di Storia Contemporanea, in collaborazione con il Comune di Ferrara.

 

“Le testimonianze dei familiari degli internati presenti oggi sono sintomatiche di quanto accaduto, danno il senso e il valore di quanto, dopo l’apertura dei cancelli di Auschwitz, è stato in parte scoperto, disvelato”, introduce la giornata il prefetto Massimo Marchesiello, che ha invitato gli studenti presenti a vedere luoghi come la Risiera di San Sabba e ascoltare le testimonianze, seppur indirette, dei familiari.

 

L’assessore alla cultura Marco Gulinelli, che ha portato agli studenti e alle istituzioni presenti in Sala Estense i saluti del sindaco Alan Fabbri. 

 

“Le parole e soprattutto i silenzi dei familiari oggi presenti a Ferrara raccontano appieno le atrocità vissute da persone nostre concittadine, nate a Ferrara o in qualche paese della provincia. Parliamo di nonni, ma anche di padri e madri, strappati alla vita e alla dignità. Persone che oggi non ci sono più, e che non possono più testimoniare questa indelebile atrocità. Per questo è importante che continui a esserci una partecipazione attiva degli studenti a queste iniziative, per mantenere viva la consapevolezza di questa pagina nera della nostra storia”, così il primo cittadino Alan Fabbri.

 

“La consegna delle medaglie oggi - aggiunge l’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli - è simbolo di riconoscimento e di rispetto da parte della Repubblica italiana, il ricordo di una testimonianza che non può essere negata. È nostro dovere contrastare ogni forma di antisemitismo, razzismo, ma anche ogni forma di discriminazione e violenza, per promuovere la pace, la solidarietà e i diritti umani. Un augurio di serenità e di speranza va alle famiglie delle persone che oggi omaggiamo, con un ringraziamento particolare per aver condiviso le loro esperienze e le loro emozioni”.

 

Hanno inoltre partecipato con un saluto e un momento di riflessione la presidente dell’Isco Anna Quarzi, il presidente della Provincia Gianni Michele Padovani e il presidente della Consulta provinciale degli studenti Martino Ravasio, per cui “cancellare il passato la storia è pericoloso, e ricordare è un dovere morale”. L’intervento del professore Andrea Baravelli si è concentrato infine sugli internati militari italiani. 

 

Non essendo più presente nessuno tra i superstiti, sono state poi consegnate le medaglie ai loro familiari.

 

LE STORIE

 

Le medaglie sono andate a Dino Dal Pozzo di Argenta e ad Ezio Emiliani, militare e mitragliere, internato e sottoposto al duro lavoro coatto. “Mio nonno - ricorda la nipote - è morto giovane e non ha conosciuto nessuno dei nipoti. Non ha mai parlato a nessuno del suo vissuto, ma quando abbiamo scoperto la sua storia abbiamo dato un senso a tante cose”. La figlia Rosetta ha ritirato la riconoscenza per Pio Penazzi, nato ad Argenta e lì deceduto nel 2018, fu catturato nel ‘43 in provincia di Alessandria. Sempre argentano è anche Rino Stignani, nato nel 1913 e morto nel 1955, dopo l’internamento in vari campi. “Anche lui non ha mai voluto parlare della sua esperienza - ricorda il nipote Alessandro - se non alcuni accenni alla fame terribile patita in quei mesi”. Alfonso Cariani era nato a Cento. Militare, fu deportato e internato in Germania. “I pidocchi mi divorano la carne, la fame si fa sentire sempre di più - è quello che scrive nel giorno del suo 36esimo compleanno - credevo che non sarei resistito alla notte”. Ivo Cariani, deportato in Germania nel 1943, riuscì a tornare in Italia il 5 settembre del 1945. Per Altero Bianchini ha ritirato la medaglia la figlia Antonella. Scomparso nel 2003, era originario di Ferrara, fu prelevato dalla falegnameria e internato. E poi Beniamino Biolcati, originario di Codigoro, nato il 4 ottobre 1910, deceduto nel 1992. Militare, fu catturato a Bolzano e deportato in Germania. “Scrisse giornalmente dall’8 settembre alla Liberazione - ricordano i parenti - su delle agende microscopiche con una scrittura da miniaturista. Quando morì, ritrovammo questi scritti, venne stampato tutto e fu pubblicato un libro”. Il figlio Stefano ha ritirato la medaglia alla memoria di Albino Gennari. Militare aviere, fu catturato a Tirana, in Albania, deportato in vari campi di concentramento. Riuscì a tornare in Italia. Silvano Carmelo Viviani era un pescatore, militare in Marina. Fu catturato nel ‘43 e deportato in Dalmazia. Morì nel ‘44 per “deperimento organico”. 

Altre informazioni

Data pubblicazione

26/01/2024

Aggiornamento

26/01/2024 16:59