Al Castello Estense inaugura la mostra Nino Migliori

Una “Ricerca senza fine”. Dal 17 febbraio sarà aperta al pubblico

Data:

16/02/2024

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Ferrara celebra con una grande antologica Nino Migliori (Bologna, 1926), uno dei più autorevoli fotografi italiani di fama internazionale. 

 

Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con la Fondazione Nino Migliori, la mostra, curata da Denis Curti, ripercorre la “Ricerca senza fine” condotta dal fotografo bolognese dal 1948 ad oggi: dagli scatti di sapore neorealista, che raccontano l’Italia degli anni Cinquanta, e dalle serie dei Muri e dei Manifesti strappati, dove mostra affinità con la pittura informale europea, alle sperimentazioni concettuali con cui indaga aspetti trascurati o non previsti del linguaggio fotografico (la reazione dei materiali, il ruolo cosciente del caso, quello del tempo, la presenza fisica e gestuale dell’artista), e alle opere che evidenziano un particolare interesse per la comunicazione visiva nel suo insieme. 

 

Come testimoniano le oltre 100 opere in mostra, nel percorso di Nino Migliori la fotografia assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco: oggi lo si considera un vero architetto della visione perché ogni suo lavoro è frutto di un preciso progetto sul potere dell’immagine, tema che ha caratterizzato tutta la sua vasta e multiforme produzione.  

 

«Quando iniziai a fotografare, nel 1948, in casa, in uno stanzino – ricorda Migliori – approntai una camera oscura di fortuna. E fu lì che incontrai il caso. Una sgocciolatura di sviluppo mal fissata su un foglio di carta sensibile mi aprì un nuovo mondo: non solo fotografia come rappresentazione del “reale”, ma possibilità di concepire un’immagine con la fantasia, con il gesto, utilizzando comunque gli strumenti della fotografia: luce, carta sensibile, sviluppo, fissaggio, calore. Da qui è nato il desiderio di sperimentare. Non mi ha mai appagato l’omologazione, il consenso unanime, la reiterazione di un cliché che piace al mercato. Mi soddisfa mettermi in gioco, divertirmi realizzando lavori che mi autocommissiono. L’utilizzo di tecniche storiche come cliché-verre, fotogrammi o l’invenzione di nuove, come ossidazioni, pirogrammi, idrogrammi, polarigrammi e altre ancora, sono sempre state strumento per realizzare un’idea, un progetto. Sono curioso e mi piace lasciare la strada vecchia per la nuova. E magari proprio lungo il percorso un incontro fortuito mi fa nascere nuovi stimoli da approfondire. Le sirene delle novità sono molto seducenti».

 

Secondo Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Ferrara Arte, «Migliori non si limita a registrare, modifica volutamente i termini ordinari della percezione, assecondando al meglio la sensibilità ottica del suo apparecchio per innestare non solo un’interpretazione lirica, ma anche una riflessione filosofica su ciò che viene reso visibile, ancora una volta, oltre il limite delle nostre capacità naturali. È la negazione della dimensione museale, dove ogni oggetto è illuminato chiaramente, sterilizzato, congelato, nell’illusione di fornirci il resoconto preciso della storia. Metaforicamente, la fotografia di Migliori ci invita a essere scettici nei confronti di prospettive così ottimistiche: la storia, come la realtà, è un’illusione, è solo quello che riusciamo a considerare tale sulla base delle testimonianze superstiti. Il grande buio del perduto, del dimenticato, prevale sempre sulla poca luce del conosciuto». 

 

Per Marco Gulinelli, Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, «Nino Migliori è uno dei più grandi fotografi del Novecento e per Ferrara è un onore rendergli omaggio con questa mostra allestita al Castello Estense. È vero il fatto che Migliori ha sempre cercato di andare oltre la semplice riproduzione della realtà, esplorando le diverse possibilità espressive del mezzo fotografico. Ha saputo cogliere, e continua imperterrito a farlo, gli aspetti sociali e culturali del nostro paese, con una sensibilità e un’originalità uniche. Sperimentatore di tecniche innovative e creative, è riuscito a creare immagini suggestive e iconiche in cui la materia e il gesto diventano protagonisti e si fanno arte. La sua collaborazione con importanti artisti come Vedova, Tancredi e Morandi lo rende, a sua volta, protagonista oltre che della fotografia anche dell’arte informale e concettuale, a lui così affine».

 

«Ho sempre pensato alla fotografia di Nino Migliori – sottolinea Denis Curti, curatore della mostra – come a qualcosa in perenne movimento. Un flusso continuo di idee, progetti, sperimentazioni, ma anche precise prese di posizione etiche e politiche accompagnate da un’ideale estetico pronto a cambiare direzione, perché sempre al seguito del contenuto. Ho guardato lo svolgersi del suo operato con immensa curiosità. Più volte ho tentato di inserirlo in contesti convenzionali, ma le scorciatoie non funzionano. Il tentativo classificatorio in generi è risultato ogni volta instabile, frammentario e incompleto, perché Migliori ha sempre agito con un obiettivo unico e irrinunciabile: spostare sempre più in là i confini della fotografia, riscrivendo di continuo la grammatica delle immagini, aprendo e legittimando filoni di indagine prima di lui sconosciuti. La sua ricerca senza fine è una condizione mentale, uno stato fisico. Un bisogno di conoscenza. Una necessità di confronto continuo. Tra le sue mani la fotografia è stata amata e maltrattata. Spogliata e rivestita. Bruciata, dimenticata e riciclata. Ripudiata e nuovamente accolta. Le sue invenzioni sono tutte all’insegna dello svelamento, per una visione mai univoca. La visione intenzionale vale tanto quanto la meraviglia del caso. Per questo, lo stupore occupa un posto privilegiato nel suo alfabeto visivo. Il suo lessico è senza superlativi ed è traducibile in tutte lingue del mondo».

 

Al fotografo bolognese, le cui opere sono conservate in importanti musei e istituzioni pubbliche in Italia e all’estero, sono stati recentemente dedicati i film Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza e Nino Migliori. La festa che rovescia il mondo, entrambi diretti da Elisabetta Sgarbi.

 

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Marsilio e curato da Denis Curti, che rappresenta l’intera opera del maestro attraverso nove mappe concettuali, tante quante le sezioni, e una selezione delle opere più significative. 

 

Nino Migliori. Una ricerca senza fine.

Ferrara, Castello Estense

17 febbraio – 3 giugno 2024


Mostra organizzata da Fondazione Ferrara Arte, Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e Fondazione Nino Migliori a cura di Denis Curti.

 

Orari di apertura: dalle 10:00 alle 18:00, chiuso il martedì (la biglietteria chiude 45 minuti prima)

 

Informazioni e biglietteria

0532 419180

castelloestense@comune.fe.it | www.castelloestense.it


Prenotazioni

https://www.comune.fe.it/prenotazionemusei

Altre informazioni

Data pubblicazione

16/02/2024

Aggiornamento

16/02/2024 12:53