Manfredo Manfredini, il pittore ferrarese dimenticato e oggi riscoperto in Italia e Francia

A 115 anni dalla morte del pittore ferrarese, autore di una delle edizioni più popolari del '900 della Divina Commedia.

Data:

30/05/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Il 31 maggio ricorrono i 115 anni dalla morte di Manfredo Manfredini, il pittore ferrarese caduto nell'oblio per oltre un secolo e riscoperto grazie a un lavoro di ricerca del professor Lucio Scardino, oggi ripreso dalla Fondazione Tancredi di Barolo di Torino, dal Comune di Viareggio, anch'esso legato alla memoria del giovane artista ferrarese e, a Parigi, esposto alla Bibliothèque Forney (che vanta una vasta collezione di libri specializzata nelle arti).

 

Proprio in occasione dell'anniversario della morte si sta riscoprendo sempre più anche la figura di un illustre predecessore dantesco di Manfredini, il 'ferrarese' di adozione Giuseppe Gozzini (1806-1886), anch'egli disegnatore di una Divina Commedia (1846) per un editore di Firenze (Tipografia del Vulcano) conservata e già esposta alla biblioteca Ariostea l'anno scorso nell'ambito della mostra curata dalla Biblioteca e dall'Università degli studi di Ferrara per il 700ennale dantesco.

 

Entrambi gli autori sono stati unici illustratori dell'opera di Dante (nel caso di Manfredini, causa morte prematura, è stato Tancredi Scarpelli a completarla) e sono accomunati anche dalla passione per l'Orlando Furioso. Gozzini ha firmato per il capolavoro dell'Ariosto ben 92 tavole, in un'edizione del 1850 conservata proprio dalla Biblioteca Ariostea (casa editrice Achille e Spirito Batelli di Firenze).

 

Questa comune passione, in qualche modo, apparenta i due autori anche al più grande illustratore dell'epoca, Gustave Dorè, che illustrò sia Alighieri che Ariosto. "La ricerca continua su Manfredini manifesta ed evidenzia punti di contatto con autori Ottocenteschi, mettendo in luce l'ispirazione e la comune vicinanza, in un gioco di rimandi che estende l'orizzonte della conoscenza e sonda la profondità dell'opera e il pensiero degli autori", dice Scardino.

 

Per l'assessore Marco Gulinelli "il lavoro di ricerca su Manfredini, realizzato dal professor Scardino, che ringrazio, con il supporto dell'Amministrazione e di Ferrara Arte, è piaciuto ben oltre i confini di Ferrara e, oggi, è l'occasione per acquisire continui e nuovi elementi di conoscenza".
Gozzini, nato a Livorno, scelse di vivere a Ferrara, seguendo la figlia che aveva sposato l'imprenditore del saponificio Chiozza e Turchi di Pontelagoscuro. Da questo punto di vista, il suo fu un percorso 'inverso' rispetto a quello di Manfredini che, nato a Ferrara, si trasferì in cerca di fortuna artistica a Firenze.

 

Il Comune di Ferrara conserva di Gozzini 9 dipinti e 37 disegni, donati dagli eredi. Qui infatti l'autore continuò a dipingere fino alla morte, il 22 febbraio 1886. La sua carriera di artista fu particolarmente prolifica: per l'editore Vulcano nel 1851 firmò anche 25 incisioni de "La secchia rapita" di Alessandro Tassoni, collaborò, tra le altre, anche a pubblicazioni scientifiche realizzando, ad esempio, ritratti litografici per il "Trattato delle principali malattie degli occhi" di Antonio Scarpa (1836), accompagnò con i suoi disegni opere come le composizioni poetiche in lode del bolognese Camillo Ferri, la "Storia dei sommi pontefici da San Pietro fino a Gregorio XVI", del barone Henrion e il "Quadro analitico della storia universale" di Burchard Freudenfeld.

Altre informazioni

Data pubblicazione

30/05/2022

Aggiornamento

30/05/2022 14:11