Fellini, la memoria nel 102esimo compleanno

Il suo progetto di un cortometraggio contro le stragi in auto. Il ricordo dei medici durante il suo ricovero al San Giorgio: "Era geniale anche nella patologia"

Data:

20/01/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

"Federico Fellini aveva dentro di sé la genialità anche nella patologia. È stato capace di trovare spunti geniali anche durante il progetto riabilitativo, a Ferrara. Diceva sempre: appena ritorno a Roma voglio realizzare un cortometraggio per sensibilizzare, soprattutto i giovani, alla prudenza alla guida". A raccontare aneddoti e ricordi dei giorni del ricovero ferrarese del grande Maestro, che oggi compierebbe 102 anni, è Anna Cantagallo, medico neurologo e fisiatra che lo seguì per il programma cognitivo durante la riabilitazione all'ospedale san Giorgio di Ferrara, dove venne ricoverato dal 20 agosto 1993 dopo l'ictus ischemico che lo aveva parzialmente paralizzato.

 

Ferrara ha recentemente dedicato al premio Oscar una mostra al Padiglione di arte contemporanea, con gli scatti di scena del fotografo Franco Pinna.

 

"Federico aveva bisogno di un rapporto medico-paziente stretto e collaborativo - spiega Cantagallo -. Come medici dovevamo attenerci al nostro ruolo e alle competenze scientifiche, ma il regista delle relazioni era lui. Era una crescita vicendevole. Lo ricordo come una persona dalla straordinaria umanità. Trovava la parola giusta per ogni persona. Dentro di sé aveva tutti gli stili umani", racconta la dottoressa che ricorda inoltre il complesso percorso di recupero delle funzioni realizzato a fianco del Maestro: "Ebbe un ictus con emiparesi sinistra e una riduzione dell'attenzione nello spazio di sinistra - spiega -. Quei disturbi gli facevano percepire 'il mondo a metà', lo facevano scrivere e disegnare, inizialmente, in metà foglio. All'inizio non se ne rendeva conto, poi, col procedere della riabilitazione, recuperò la consapevolezza della metà mancante e contemporaneamente aumentò le capacità di esplorare a sinistra".

 

Ma riuscì a trarre da quel ricovero la spinta per lanciare il progetto di una campagna contro le cosiddette 'stragi del sabato sera'. Progetto che aveva già in mente e illustrato a medici e amici. "La scena che ci aveva illustrato - spiega Cantagallo - partiva con la salita di un ascensore al cielo. Poi, all'improvviso, la camera avrebbe inquadrato l'apertura dell'ascensore e l'immagine si sarebbe focalizzata sulla visione shock di un giovane su una carrozzina, ripreso in prospettiva centrale. Voleva rappresentare, con sequenze forti, il dramma degli incidenti stradali, creando negli spettatori l'occasione per riflettere sui rischi dell'alta velocità". Insomma: "Aveva messo il suo genio a servizio dell'educazione stradale inducendo una riflessione, a partire dai significati e dalla forza che scaturiscono dalle immagini".

 

Il professor Riccardo Modestino, che consigliò il ricovero presso "l'eccezionale reparto di riabilitazione del San Giorgio, diretto dal professor Nino Basaglia", ricorda che, in ospedale "alle sei del mattino", Fellini "telefonava a registi e attori di tutto il mondo e affascinava tutti con i suoi racconti. Il suo era come il suono di un flauto magico che incantava chiunque fosse intorno a lui".

 

A ricostruire la vicenda medica è il professor Nino Basaglia: "Mi fu chiesto di visitarlo appena ritornato dalla Svizzera, presso il Grand Hotel di Rimini", spiega. "Lo trovai provato dal punto di vista psicologico, dopo una traversia sanitaria problematica. Da Rimini fu poi trasferito a Ferrara e lo seguii, in parte, anche nel successivo periodo romano, anche a fianco della moglie, nel frattempo malata gravemente.
Era una figura eccezionale, soprattutto sotto il profilo della capacità del coinvolgimento relazionale. Riusciva ad avere le simpatie di tutti, dal presidente della Repubblica a tutto il personale medico. Aveva una straordinaria capacità di intrattenimento. Insieme al dottor Paolo Boldrini ci intrattenevamo a lungo a parlare, a volte fino a tarda sera. I ricordi sono tanti ma preferisco tenerli nel mio cuore".

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Data pubblicazione

20/01/2022

Aggiornamento

20/01/2022 15:28