Alla Galleria del Carbone espone Vito Tumiati, decano degli incisori: 84 anni e 310 opere

In mostra il suo lavoro degli ultimi 50 anni. Tumiati: "Da due anni, causa covid, aspettavo questo momento. La calcografia è la passione di una vita"

Data:

27/01/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Le strisce di terra in golena, l'intreccio con l'acqua, il bosco della Mesola, i ponti di Comacchio, gli alberi del Po. Ma anche le antiche divinità italiche, lo zodiaco, la mitologia astrale e le figure ispirate agli affreschi del ciclo dei mesi di Palazzo Schifanoia. E poi il richiamo alla produzione artistica e artigianale degli Etruschi. Alla galleria del Carbone, con il patrocinio del Comune di Ferrara, espone, fino a domenica, il decano degli incisori ferraresi: Vito Tumiati, 84 anni, che propone una sintesi del lavoro di quasi 50 anni.

 

Nel complesso si tratta di circa 310 opere, realizzate dal 1971 al 2018. "Avevo in programma da due anni di proporre questa mostra, purtroppo il Covid ha costretto a continui rinvii. Ora sono felice che questo lungo percorso sia giunto a compimento", ha detto ieri sera presentando la mostra, prima di raccontare il fascino dell'arte incisoria.

 

Quelle usate, in prevalenza, da Tumiati sono le tecniche dell'acquaforte e dell'acquatinta. La prima è la più antica tecnica in cavo, databile al '500, consiste nell'incidere una lastra di metallo (soprattutto zinco o rame) su cui si è applicata una particolare verniciatura resistente all'acido. A questo punto si immerge la lastra incerata in una bacinella contenente acido nitrico diluito al 10 per cento che 'morderà' il metallo dove il disegno ha scalfito la copertura in vernice, mettendo a nudo il metallo stesso.

 

In questo modo si ottiene il 'calco' da riprodurre su carta. La stampa si effettua inchiostrando e ripulendo a mano questa matrice per ogni singola copia e premendola fortemente sotto un torchio a rulli, a contatto con un'apposita carta 'da incisione' opportunamente inumidita. L'acquatinta è invece una tecnica complementare - scoperta nel '700 in Francia da Jean Baptiste Le Prince - che consente, a partire da una speciale 'polvere di asfalto', di arricchire la matrice di toni chiaroscuri, generando un particolare effetto, sfumato simile all'acquerello.

 

"Sono approdato all'incisione quasi per gioco - ha spiegato l'artista -. Dopo il Dosso Dossi iniziai come decoratore, poi fui impiegato alla cooperativa dei vetrai. Vicino alla sede di lavoro c'era un famoso rilegatore di libri, con lui iniziammo a fare le prime incisioni, divenne una passione. Una passione che avevo dentro: mi affascinava fin da giovane osservare le stampe a piombo, il processo di composizione delle lettere. Sono stato a lungo nell'associazione incisori di Bologna, con 50 altri colleghi e amici. Abbiamo realizzato diverse mostre, soprattutto in spazi pubblici.

 

E poi ho avuto altre parentesi, in giro per l'Italia, per un certo periodo ho fatto anche il disegnatore industriale". La mostra è corredata da un ricco catalogo di 120 pagine in cui compare l'opera omnia degli ultimi anni. Ad oggi Tumiati ha realizzato 310 matrici calcografiche, prevalentemente in acquaforte e acquatinta, stampate da lui stesso in tirature limitate.

Altre informazioni

Data pubblicazione

27/01/2022

Aggiornamento

28/01/2022 10:41