Belfiore, rinvenuta una vasca in mattoni di epoca estense

Al suo interno decine di oggetti. Gli approfondimenti nella seconda sessione di scavi, a primavera

Persone: Alan Fabbri
Data:

10/12/2022

Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Era stata appena individuata un'antica "rimessa sotterranea" di materiale di scarto definita 'butto' con ceramiche, stoviglie e resti di cibo quando l’area archeologica di Belfiore ha regalato una ulteriore novità: una vasca di scarico in mattoni di epoca estense, che rimarrà parzialmente scavata in attesa di ulteriori approfondimenti che saranno condotti nel corso della prossima campagna, a primavera.

 

Ora è il momento dell’analisi dei reperti in classe che sarà condotta dagli studenti che, con i volontari del Gruppo Archeologico Ferrarese, sono stati i principali protagonisti del progetto di archeologia partecipata “Che delizia Belfiore!”, sviluppato dalla Soprintendenza con il finanziamento comunale (37.500 euro) di portata triennale. I reperti, trovati a decine nella prima tranche di lavori nell’area che fu dell’antica delizia estense scomparsa nel 1632, sono e saranno puliti dalle classi, quindi catalogati e descritti uno ad uno.

E su carta millimetrata ne è già stata ricostruita l’esatta collocazione su piantine e sezioni redatte dai ragazzi.

 

L’ultima scoperta - la vasca di scarico in mattoni - non è dissimile da altre che sono state individuate nel territorio ferrarese negli anni e nel corso di cantieri di riqualificazione o di ripavimentazione: in piazza del Municipio, a palazzo Paradiso, a palazzo Schifanoia, al convento di San Paolo, al Belriguardo. Come spiega la funzionaria della Soprintendenza Chiara Guarnieri, promotrice dell’iniziativa e coordinatrice del gruppo di professionisti del progetto, “queste vasche, contenendo il materiale di uso quotidiano che veniva scartato, come pure il recente ‘butto’ emerso dagli scavi, consentono di ricostruire abitudini anche alimentari dei cittadini dell’epoca.

Non solo, contenendo anche frammenti di stoviglie e ceramiche, alcune finemente decorate, restituiscono ulteriori informazioni anche su questi oggetti, sugli stili, sulle usanze tipiche e, in generale, sulla quotidianità del vivere in epoca estense”.

 

“Si chiude una prima fase di lavoro sul campo, che rimanda a ulteriori approfondimenti che sono e saranno condotti in classe - dice il sindaco Alan Fabbri, che ha aperto i lavori degli scavi il 20 ottobre scorso -. Ringrazio la dottoressa Guarnieri, gli archeologi Flavia Amato, Maurizio Molinari, Marco Bruni, i docenti, il Gruppo Archeologico Ferrarese (GAF) e tutti i ragazzi che si sono messi con passione ed entusiasmo sulle tracce di un passato affascinante, impegnandosi in un lavoro che aprirà nuovi orizzonti nel campo della conoscenza ”.

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Data pubblicazione

12/12/2022

Aggiornamento

12/12/2022 11:14